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Ministero Impegno Ecumenico

La salvezza cristiana nella prospettiva cattolica ed evangelica

Hanno moderato l’incontro il Rev. Giovanni Traettino e il prof. Matteo Calisi.

Avviando i lavori, il Pastore Traettino ha fatto un excursus del percorso ecumenico dai primi anni 80’ fino ad oggi condividendo con tutti i presenti la sua forte esperienza spirituale che lo ha condotto nel 1992 a fare il gesto epocale di lavare i piedi al sacerdote francescano Belpiede, chiedendo perdono per le incomprensioni storiche tra pentecostali e cattolici.

Matteo Calisi è entrato subito nel vivo dell’argomento esortando i presenti a riflettere sul fatto che le Chiese cristiane non devono sprecare tempo ed energie a contrastare le divergenze dottrinali quanto piuttosto le eresie che desiderano contraffare il Vangelo: il pelagianesimo, lo gnosticismo e il relativismo. Ci sono report in cui diversi missionari affermano di aver compreso che il loro ruolo non è tanto quello di annunciare Gesù Cristo ma quello di andare incontro alle necessità materiali, culturali e psicologiche di ogni persona. Vi sono missionari che sono convinti di avere il compito, non tanto di annunciare Cristo come unica via di salvezza, quanto piuttosto quello di aiutare i musulmani ad essere musulmani migliori e gli induisti ad essere induisti migliori. Ci sono fette di cristianità ampiamente secolarizzate e accomodate su posizioni etiche lontane dal Vangelo. Vi sono infine fette di cristianità che pretendono di far dipendere la salvezza dalla dottrina, dalla conoscenza fine a se stessa, dalla proclamazione di buoni principi e valori universali come la pace, l’uguaglianza e la libertà. Carismatici e pentecostali riaffermano invece che la salvezza non viene né dalle opere umane né da valide dottrine. Essi riaffermano il primato della Grazia, la centralità di Cristo, l’unicità della mediazione di Cristo e la potenza salvifica del Vangelo.  Non c’è altri che possono vincere Satana, il peccato, la morte, l’odio. Il disfacimento del genere umano ha un solo rimedio: Gesù Cristo.

Non vi può essere spazio, pertanto, per errate interpretazioni di quanto afferma il Concilio Vaticano II nel documento Nostra Aetate. Il documento riconosce che alcune religioni non cristiane non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini, ma afferma anche che la Chiesa è tenuta ad annunciare il Cristo che è «via, verità e vita». Gli uomini che cercano Dio e vivono con cuore retto rientrano nell’economia della salvezza non per i loro riti religiosi ma per la potenza del Sangue di Cristo che è salvezza per tutto il genere umano. Carismatici e pentecostali affermano pertanto che solo Gesù è il Signore che ha vinto la morte e invitano tutti gli uomini e le donne ad aprire le porte a Cristo.

Il Prof. Napolitano denuncia l’urgenza dell’annuncio del Vangelo in un mondo in cui coloro che si auto definiscono cristiani sono meno di un terzo della popolazione mondiale. Egli, nel sottolineare l’importanza del ruolo delle Chiese nell’annuncio della salvezza operata da Cristo, si sofferma nel riflettere sulle diverse posizioni espresse dal cattolicesimo e dal protestantesimo. Nella visione cattolica la Chiesa ha un ruolo di mediazione nel processo di salvezza, essendo parte del fondamento che è Cristo. Nella visione evangelica, invece, la Chiesa ha soltanto la funzione di annunciare e di testimoniare Cristo ma non di mediare. La Chiesa, nella visione protestante, è piantata sul fondamento che è Cristo ma non può affiancarsi al fondamento né tanto meno sentirsene parte.

Questa diversa visione del ruolo della Chiesa è stata ben spiegata storicamente da Padre Raniero Cantalamessa. Egli fa presente che il primato della grazia e della giustificazione mediante la fede sono verità sempre affermate dai padri e dai dottori della Chiesa, basti pensare a San Tommaso d’Aquino, a Sant’Agostino e allo stesso San Francesco d’Assisi. Tuttavia Lutero ha sentito l’urgenza di contrastare i predicatori di indulgenze perché concretamente, per mezzo loro, la Chiesa predicava che la salvezza avveniva mediante le opere. E’ importante esplicitare che le opere a cui faceva riferimento Lutero non erano quelle elencate nel Vangelo di Matteo al capitolo 25 ma le prassi devozionali come le offerte per la celebrazione di Messe, pellegrinaggi, donazione e accensione di ceri votivi, donazioni in denaro o di beni immobili alla Chiesa, ecc…. La Riforma pertanto, afferma Padre Raniero, è stata una reazione comprensibile ad una condotta sbagliata e incoerente. Lutero aveva l’esigenza di liberare sé stesso e i suoi contemporanei da un senso di colpa sovrastante e annichilente. La scoperta della giustificazione operata dal Sangue di Cristo fu per lui e per molti suoi contemporanei una vera e propria liberazione. Ma qual è l’esigenza dell’uomo contemporaneo? Quest’ultimo è agli antipodi di Lutero! Il mondo contemporaneo ha il bisogno di riscoprire il senso del peccato che la cultura moderna ha perso, liquefacendolo in un relativismo e in un qualunquismo devastante.

Sarebbe un peccato imperdonabile continuare a farsi lotta sui particolari dottrinali mentre la gran parte del mondo non conosce Gesù o lo conosce in un modo completamente distorto. Carismatici e pentecostali affermano insieme che l’urgenza vera è di far riscoprire all’uomo contemporaneo il senso del peccato e la giustificazione mediante la fede in Cristo. Affermare il primato della grazia significa affermare il primato della persona di Cristo perché per i cristiani la rivelazione e il rivelatore coincidono!      

Filippo D’Alessandro

Delegato regionale ambito ecumenico RnS 

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